venerdì 6 settembre 2013

Per la Siria e per la pace nel mondo: giornata di meditazione e digiuno

Sono grata a Papa Francesco di aver inviato una lettera al G20, invocando una soluzione pacifica per la crisi siriana. Come è noto, per domani il Papa ha anche indetto una giornata di preghiera, meditazione e digiuno per la soluzione pacifica della crisi siriana. Io parteciperò. Sono felice che stiano aderendo a questa iniziativa anche organizzazioni non cattoliche, come l'Unione Buddista Italiana, e (oltre al Centro Italiano Femminile) anche organizzazioni e gruppi di donne laiche, come Se Non Ora Quando Factory e Donne ultraviolette.

Queste ultime scrivono:

L'Unione buddista aderisce all'appello del Papa e alla sua proposta di strategia di fronte alla crisi siriana: preghiera e diplomazia. Attenzione a non disprezzare questa strada: anche i laici. Almeno quelli che, grazie alle scoperte scientifiche acquisite dalla fisica dei quanti, sono divenuti consapevoli del potere del pensiero. E soprattutto chi ha un barlume di fede, ricorra anche a questa. Disse Gandhi "La preghiera non è il passatempo ozioso di una vecchietta. Compresa nel suo vero valore e ben impiegata, essa è il più potente mezzo di azione. Anche se senza dubbio la preghiera richiede una viva fede in Dio. La preghiera vuota è come un suono di tromba, o un rumore di cembali. Deve venire dal cuore. La preghiera che viene dal cuore ci distende, ci dà il senso della nostra misura, ci indica con chiarezza qual è il prossimo passo da fare. Nella vita possiamo perdere molte cose, ma non la preghiera che ci lega in cooperazione a Dio e gli uni agli altri. La preghiera dovrebbe essere un bagno di purificazione per lo spirito dell'uomo. Se non ci laviamo nel corpo, ne soffre la salute, allo stesso modo lo spirito diventa immondo, se non laviamo il cuore con la preghiera. Vi chiedo, pertanto, di non trascurarla mai. Scrivendo ad un amico sul tema della preghiera, mi venne tra mano una cosa bellissima scritta da Telinyson: 'Più cose opera la preghiera di quelle che il mondo possa sognare. Lascia pertanto che la tua voce zampilli come una fonte per me, notte e giorno. Che cos'è l'uomo più di una pecora o di una capra che nutre una vita cieca dentro il proprio cervello se, conoscendo Dio, non alza le mani in preghiera per se stesso e per quelli che lo chiamano amico? E così l'intera terra rotonda, da ogni parte è legata con catene d'oro ai piedi di Dio". (Mahatma Gandhi).

Come non essere d'accordo? Bè, io lo sono.
Spero davvero saremo in tanti a partecipare.


martedì 20 novembre 2012

20 Novembre: giornata dei diritti dell'infanzia. E il mondo festeggia i suoi bambini coi massacri.

Ancora sentiamo il suono delle bombe gettate a centinaia e centinaia negli ultimi giorni, e dei razzi di risposta, nel cieco dialogo di pazzi; e vediamo i visi di tutti quei bambini morti... Fino a quando sopporteremo tutto questo?
Il mondo festeggia questo giorno con massacri di bambini; e, giorno dopo giorno, mette in atto la bellissima convenzione sui loro diritti proprio come vediamo qui, in questa lettura che ne dà Covatta: le sue parole recitano la Convenzione, e le immagini sullo schermo descrivono la realtà.
Tocca a noi cambiare tutto, dobbiamo smettere di rimandare.

martedì 13 novembre 2012

Il grazie di Rossella Urru


Scrive stasera RossellaUrru, a chi l'ha sostenuta: "Ancora una volta mi trovo davanti a questo foglio bianco. Non so più quante volte ho provato a scrivere qualcosa, ma qualsiasi parola mi sembra inadatta, approssimativa, sbagliata. Allora cancello e ricomincio. Una volta e un'altra ancora. La verità è forse che ci sono troppe cose da dire e io non so da dove cominciare. Perché vorrei sapere, vorrei capire prima di scrivere qualcosa. E al momento ci sono troppe cose che non so, tante altre che non potrò mai sapere. È proprio vero quello che diceva un antico proverbio: un uomo è prigioniero delle proprie parole e padrone dei propri silenzi. È proprio così che sento le parole che cerco di scrivere: come catene che bloccano quello che sento e penso. Questi nove infiniti mesi. Infiniti per me che li ho trascorsi in una sorta di dimensione parallela dove il mondo che conoscevo è sfumato e le certezze che avevo non servivano più. Infiniti anche per chi non sapeva di quel mio mondo parallelo: tutti voi che mi avete pensata, appoggiata nella distanza e che mai avete lasciato soli i miei cari. Questi infiniti mesi. Ineffabile è la parola che più si avvicina a quello che sono stati e sono. Con che parole descrivervi il mio mondo dall'altra parte del deserto? E viceversa, che parole potrebbero farmi capire cosa nel frattempo è successo qui? Nessuna, forse. L'assenza era di certo il grande protagonista di questa vicenda, qui e nel deserto: laggiù con noi, non c'eravate e noi, non eravamo qui con voi. Tutte quelle parole, quei pensieri, quegli sforzi, quelle preghiere, le marce, le corse, le lettere, le poesie, gli striscioni, i messaggi da questa parte del mare; così come tutte le nostre parole, i nostri sogni, le speranze, i ricordi, le immagini ed i discorsi, laggiù nel deserto, avevano il sapore acre dell'impotenza, della nostalgia, dell'ingiustizia, della speranza. Sono parole che non si possono rivitalizzare adesso che, finalmente, ci siamo riuniti, adesso che quell'assenza è stata colmata: per noi che vi abbiamo riabbracciati e per voi che ci avete ritrovati. Quel che so, è che nelle mie notti sotto le stelle, quando guardavo il cielo pensando a casa, non immaginavo che tante persone ci aspettassero e pensassero a noi. Al nostro ritorno, quando ho visto e sentito quell'immenso abbraccio, ho toccato con mano che si può e si deve aver fiducia nell'uomo, nonostante tutto. Perché sono ancora tantissime le persone che si indignano per le ingiustizie, che siano piccole o grandi, che siano a casa nostra o altrove. Anche se la giustizia si è spesso dimostrata una parola vuota, sono persone che non lasciano perdere, che non si voltano dall'altra parte. A tutta questa umanità integra che quotidianamente affronta a testa alta la vita, per sé, per i propri figli e per gli altri, qui a fianco a tutti voi e laggiù lontano dai vostri occhi, voglio dire grazie. Voglio dire grazie alla mia Sardegna, isola che non mi ha dimenticato e che non ho mai dimenticato. Grazie a tutti i fratelli sardi, italiani, saharawi, algerini, spagnoli, latinoamericani, tutti: grazie per i vostri pensieri per me, per le energie positive, per la vicinanza, per le vostre lacrime e i vostri sorrisi, per le vostre azioni e reazioni... Grazie.
Un grazie diverso ad Ainhoa ed Enric, insostituibili compagni di vita nei nostri deserti.
Grazie anche a chi ha pregato per me: nelle chiese, nelle moschee, in solitudine e in compagnia, in silenzio o con i canti, con preghiere e con pensieri, nel proprio letto e nella propria tenda, in casa o sotto le stelle. Grazie anche a chi ha provato a pregare, grazie a chi ha imparato.
Vorrei ringraziarvi tutti, uno per uno: persone, associazioni, istituzioni, comuni, squadre, gruppi, famiglie, classi, enti, corpi, assemblee, paesi, cooperative, tutti. Grazie a tutte le persone che mi hanno pensato in questi mesi, quelle che la vita mi ha fatto incrociare, quelle che non ho avuto la fortuna di conoscere, quelle che da sempre camminano con me. Adesso che sono ritornata, non posso non pensare a chi non tornerà più e a chi ancora non è ritornato a casa come Giovanni, Serge, Daniel, Abdelkader, Tahar, Blanca, Montserrat... e tanti altri sequestrati, in Mali e in tutto il mondo. Anche ad aspettare loro siamo in tanti, preoccupati ma fiduciosi. Vorrei che anche le loro famiglie si sentissero accompagnate come lo si è sentita la mia.
Adesso che sono ritornata, non posso non ripensare ai popoli ma anche alle singole persone che per troppo tempo hanno sofferto sole e in silenzio, in attesa di giustizia, qui e ovunque. Persone, popoli come i rifugiati saharawi con cui lavoravo che da 37 anni aspettano pacificamente giustizia nascendo, crescendo, morendo in mezzo a una terra ingrata e non loro. Persone, popoli, come noi. A tutti loro va il mio pensiero". 
Samugheo, 12 Novembre 2012

giovedì 20 settembre 2012

21 settembre: una meditazione collettiva nella giornata internazionale per la pace

Domani, 21 settembre, concerti in tutto il mondo nel nome della pace; e per la pace migliaia di persone si concentreranno, a diverse latitudini, per un'intensa meditazione collettiva. Puoi unirti, se vuoi. Be the peace.

lunedì 10 settembre 2012

Tutta l'energia per il mondo dal vento: dipende solo da noi

Una scienziata, Kate Marvel, ci dimostra, con la ricerca che trovate a questo link, e gli approfondimenti che trovate qui, che sarebbe possibile eliminare tutte le pericolose e inquinanti fonti come petrolio e energia atomica (e le guerre collegate), per attingere tutto il fabbisogno di energia del Pianeta semplicemente dal vento. 
Per ottenere risultati stupefacenti la ricerca indica le turbine eoliche che sfruttano le brezze in alta quota come le più efficienti. Dimostra infatti che, già con i venti di superficie, sarebbe possibile generare una potenza pari a ben 20 volte il fabbisogno terrestre! Ma con quelli di alta quota si potrebbe superare il fabbisogno attuale addirittura oltre 100 volte.
Lo dicono i fatti: secondo i dati attuali, sul pianeta il fabbisogno energetico è quantificabile in 18 terawatt di potenza; i modelli matematici di questa ricerca (prendendo in considerazione le limitazioni geofisiche, e non fattori tecnici o economici) hanno stabilito che i venti di superficie possono generare sino a 400 terawatt di energia, mentre dai venti in tutta l'atmosfera si potrebbero ottenere ben 1800 terawatt.
La fattibilità sul piano geofisico sarebbe dunque garantita; sul piano tecnico, però, le pale dovrebbero avere una distribuzione su ampia scala e il più possibile uniforme (cioè non concentrata in poche regioni).
Ecco che (come al solito) le soluzioni più efficienti e davvero risolutive, per essere applicate, richiederebbero la famosa volontà politica che discende dall’avere a cuore il bene comune, e dal sapere collaborare per ottenerlo.
Qualcosa che i nostri governanti (da una parte all’altra del pianeta) dimostrano di avere? No, naturalmente.
Ed è una buona ragione per arrenderci? Naturalmente no. 
Tutto può cambiare; ma dobbiamo cambiare mentalità. Tocca a noi svegliarci! Tocca a noi esigere!
Come mai nessun candidato mette in primo piano la stretta relazione che c’è fra il disastro ambientale e quello economico, e al centro del suo programma il problema di come affrontarla? 
Perché noi pensiamo sempre che tanto, “non c’è niente da fare”. Ma non è vero: tocca a noi, esigere.


mercoledì 5 settembre 2012

Fermiamo il suicidio collettivo. Ci serve un nuovo movimento!

Sono arrivata a una conclusione ovvia, ma che è ancora più stupefacente in quanto ovvia: il mondo non solo va velocemente verso la distruzione, ma questo fatto ci viene accuratamente nascosto. Noi crediamo di essere al corrente, ma non ne sappiamo davvero quasi niente. Come possiamo scegliere i nostri politici se non siamo informati su quali siano le reali priorità per il pianeta e per ciascuno di noi? A cosa ci servirà "salvare l'economia" (anche ammesso che si possa bere l'assurdità che le strategie attuali possano farlo), se a breve non avremo nemmeno abbastanza cibo, e terra e acqua per sopravvivere? Ora anche gli scienziati più scettici, che per anni hanno combattuto l'idea del riscaldamento globale come "balla allarmistica", si stanno seriamente spaventando. Di fronte a certe notizie (qui solo una a titolo d'esempio, ma sono miriadi, e su tutti i fronti) i nostri governanti dovrebbero sobbalzare sulla sedia e - invece di combattersi l'un l'altro come galline che si azzuffano per niente, consultarsi per correre urgentemente ai ripari. Ma non lo fanno, e si guardano bene dal tenerci informati: altrimenti sarebbe automatico ribellarci tutti come un sol uomo ed esigere un cambio di rotta totale. Invece - sempre per dirne una, una sola - il nostro Ministro Passera cosa fa? dichiara che il futuro dell'Italia è nel petrolio. E i nostri governi come sempre, invece di occuparsi dell'umanità di cui sono responsabili, si preoccupano solo di astratti "soldi" in combutta con affaristi irresponsabili. Tutto normale, d'accordo. Niente di nuovo. Vero. Ma allora, se lo sappiamo, perché continuiamo ad accettarlo? perché non si può fare altro? Perché non troviamo risposte alla domanda "CHE FARE"?
Non credete che cercare dei "bravi candidati" fra i partiti che da sempre sono complici di tutto questo, sia un nonsense? Non dovremmo invece lavorare tutti, seriamente e decisamente, a un modo veramente nuovo di far politica? Bene, molti diranno che questa è ingenuità e follia; io invece sono fra quelli che credono sia ingenua follia andare avanti a seguire uno schema fallimentare come abbiamo sempre fatto. Ci serve un nuovo movimento. Nuovo anche rispetto a chi si propone come tale, ma che della politica distruttiva mantiene i toni e una relazione pericolosa con il conflitto come fosse un valore, quando invece è precisamente il costante ricorso al conflitto quel tilt che impegna gli esseri umani a combattersi costantemente, gli uni contro gli altri, come cellule cancerose in un organismo stremato. 
Forse le donne.. donne come queste! forse dalle donne qualcosa di veramente nuovo potrebbe nascere. E' il mio mantra, mi spiace, non riesco a pensare ad altri "soggetti collettivi" in grado di farsi carico di un'iniziativa così grande.

Di seguito la traduzione dell'articolo di Richard A. Muller (eminente scienziato fino a poco fa fiero oppositore degli "allarmismi" sul riscaldamento globale) apparso sul New York Times il 28 luglio scorso: e ora fondatore del progetto "Berkeley Earth Surface Temperature".

sabato 21 luglio 2012

Con la rete delle reti femminili per il cambio di paradigma!

In ritardo esattamente di un mese (... è comparsa on line il 21 giugno!) desidero festeggiare anch'io l'arrivo della rete delle reti femminili, la cui nascita ho seguito con molto affetto, in questi mesi. Se passate di qui, vi consiglio di andare a visitare il sito.
Da parte mia, vorrei sottoscrivere pubblicamente tutto, ma proprio tutto il "Manifesto" che esprime la visione filosofica e politica che anima le donne della rete; e di cui riporto qui solo alcuni stralci:
Per i nostri diritti, e per il bene di tutti, è il momento di unirci, cercando l’amicizia e il sostegno degli uomini che non sentono il bisogno di schiacciare le donne, per tentare un cambio di paradigma. La guerra, la povertà e la distruzione ambientale non sono ineluttabili. Ma ciò che perpetua la distruzione come costante ininterrotta della storia umana si fonda su profonde radici:
• la crudeltà nell’educazione dei bambini,
• il nazionalismo, il razzismo e il fanatismo che fomentano l’odio fra i popoli,
• la visione predatoria nei confronti della natura e degli animali,
• la divisione dell’umanità in due categorie contrapposte, una delle quali (noi, le donne!) viene rappresentata come una sorta di sottocategoria della prima.
Si tratta di retaggi non casuali, che fondano ogni soluzione dei problemi sulla violenza e sulla sopraffazione: e, facendo questo, alimentano la divisione fra gli esseri umani e ogni genere di conflitti, là dove l’odio (anche quando sembra opporsi ai più forti!) rafforza e perpetua il dominio dei pochi sui molti, e il loro profitto.
Noi siamo un solo organismo: elementi solo apparentemente separati. Considerare accettabile la guerra fra popoli non è meno assurdo che considerare utile, in un organismo umano, la guerra del fegato contro i polmoni, o dei reni contro il cuore.
E, in particolare, il conflitto indotto fra i sessi è la più micidiale fra le armi delle dittature, perché porta la guerra alla base stessa della convivenza umana, al cuore degli affetti, minando all’origine ogni capacità di sentirsi uno.
Questo giova al meccanismo del profitto privato ai danni della comunità, eternamente sostenuto da un'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature. (...) sostenere la condizione delle donne è anche il modo più efficace di sostenere l’intera l’umanità e di condurla a comprendere che siamo UNO: un solo organismo che deve espellere da sé i parassiti e il loro dettato predatorio. E questa è precisamente la ragione per cui la parità fra i sessi viene ferocemente combattuta. 
(...) la possibilità di un riscatto è in grandissima parte in mano alle donne, e agli uomini che credono nella parità di genere. E' quest'alleanza che potrà davvero condurre al cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno... ed è (anche) per dare un contributo in questa direzione che nasce questa rete.
E poi, dalla "Mission": Speriamo con ciò di contribuire ad accelerare il processo di formazione di quel cervello collettivo del pensiero femminile che (ne siamo certe!) tanto può fare per l’umanità, e che finalmente la rete ci consente di creare.
Bè.. mi emoziona vedere che il Manifesto include un riferimento importante al concetto del "cervello collettivo" che mi sta tanto a cuore. Ringrazio di questo la rete delle reti a cui mi iscriverò e cercherò di collaborare; e invito tutt* a fare altrettanto. Spero di vedere che saranno tanti anche gli uomini che decideranno di partecipare!



Le immagini con le figurine quadrate illustrano alcuni degli avatar proposti per i profili di chi si iscrive al portale della rete delle reti.

venerdì 25 maggio 2012

Come creare questa trasformazione di pensiero, e dunque politica?


Si dice già che NON è vero, ma se lo fosse? e se.. ancora non lo fosse, ma decidessimo NOI, di farlo diventare vero? se lo facessimo diventare vero con la nostra volontà e la nostra immaginazione? Eccola, l'agognata, "nuova politica": nonviolenza, fronte comune dei molti contro l'estromissione dalle scelte da parte di oligarchie, ricerca di soluzioni vere.
Poliziotti che marciano con 20mila manifestanti, volti scoperti, caschi sotto braccio, manganelli nella fondina. È la foto di Michael Probst alla manifestazione di Francoforte di sabato scorso (contro la BCE e il sostegno alla finanza, vista come vera responsabile della crisi, e non al mondo dell’economia reale), di cui si è parlato molto sul web, poco in tv. Ora emergono i dubbi sul web: sembra davvero strano che polizia e movimenti come Blockcupy possano manifestare insieme, inoltre si era parlato anche di cariche e di fermati! Ma se fosse vero? e se non lo è ancora... se lo facessimo diventare vero? gli aborigeni australiani dicono che sognare produce la realtà! è l'intensità dei nostri desideri, il credere nelle cose, che dà loro forma. E questa si, è una scena davvero 'rivoluzionaria': questi si, sono segni di una svolta, di quello che abbiamo bisogno.

lunedì 30 aprile 2012

Quante persone conosci con la sclerosi multipla?

Forse nessuna. Ma conosci senz'altro molte persone che soffrono, per malattie fisiche o morali... Fermati un attimo, allora. Guarda questi 2 brevi video. Da qui potresti rivoluzionare tutta la tua vita, e magari quella di altri e, dunque, del mondo; siamo fatti di ciò che mangiamo, dopotutto; e ciò che mangiamo cambia la faccia del mondo in cui viviamo: alla fonte (per come condiziona l'industria alimentare) e a causa di miriadi di conseguenze in tutte le direzioni. L'ignoranza è la causa di tutti i mali, dice il Buddhismo. Cosa ti costa saperne di più?