domenica 16 maggio 2010

Senza fermarsi

Oggi c'è la tradizionale Marcia che ogni anno porta tantissime persone a testimoniare per la Pace camminando insieme dal mattino fino a sera, da Perugia ad Assisi, in mezzo alla bellissima campagna umbra. A chiunque capiti di partecipare, anche una sola volta, resta per sempre impressa l'atmosfera magica, e inusuale, che si respira in questa occasione- come si può spiegarlo? si respira la Pace, letteralmente. E' qualche cosa che non si può descrivere altrimenti: un senso di condivisione, un respiro comune che percepisce se stesso in una totale assenza di contrapposizioni: solo unione e pace.


Ieri il coordinatore nazionale della marcia ha dichiarato: "abbiamo bisogno di continuare a camminare, quindi la Marcia di domani non finisce ad Assisi ma continua: non di 'eventi', abbiamo bisogno, ma di una marcia quotidiana, di un lavoro giorno per giorno; per questo abbiamo necessità di fare tutti un grande investimento educativo. Insieme per superare divisioni e distinguo in quella che non è una passeggiata, ma un laboratorio di riflessione politica che, ad ogni marcia, costruisce un'agenda che nasce dai seminari e laboratori preparatori, luogo di elaborazione di un'agenda politica della Perugia-Assisi. Agenda per suggerire alla politica, se non le soluzioni, il metodo per affrontare le crisi che attraversano l'Italia e il mondo”.

Ecco. Questo è anche la stessa cosa che intendiamo dire noi quando diciamo: sosteniamo il viaggio della Nave dei Diritti, ma solo perché la bellissima immagine di questo viaggio deve nutrire qualcosa che va ben oltre: un Movimento costante, quotidiano e incessante, proprio come lo è il nostro respiro, verso una cultura più consapevole e condivisa; verso un mondo migliore.

Questo è sempre stata la speranza più bella, il più grande sogno, per l'Umanità. Perché abbiamo smesso di sognarlo?

2 commenti:

  1. Purtroppo ci sono troppe persone che distolgono l'attenzione dalla cosa più importante, dal sogno più bello... E la cosa assurda e che ci riescono.

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  2. Giusto. Ma se ci crediamo possiamo riuscire anche noi: a ri/concentrare l'attenzione sulle cose vere da sognare: cioè da fare.
    Perché poi sognare e fare è la stessa cosa (come ben sanno da sempre gli aborigeni - che invano cercano di farlo capire ai bianchi).

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