martedì 20 novembre 2012

20 Novembre: giornata dei diritti dell'infanzia. E il mondo festeggia i suoi bambini coi massacri.

Ancora sentiamo il suono delle bombe gettate a centinaia e centinaia negli ultimi giorni, e dei razzi di risposta, nel cieco dialogo di pazzi; e vediamo i visi di tutti quei bambini morti... Fino a quando sopporteremo tutto questo?
Il mondo festeggia questo giorno con massacri di bambini; e, giorno dopo giorno, mette in atto la bellissima convenzione sui loro diritti proprio come vediamo qui, in questa lettura che ne dà Covatta: le sue parole recitano la Convenzione, e le immagini sullo schermo descrivono la realtà.
Tocca a noi cambiare tutto, dobbiamo smettere di rimandare.

martedì 13 novembre 2012

Il grazie di Rossella Urru


Scrive stasera RossellaUrru, a chi l'ha sostenuta: "Ancora una volta mi trovo davanti a questo foglio bianco. Non so più quante volte ho provato a scrivere qualcosa, ma qualsiasi parola mi sembra inadatta, approssimativa, sbagliata. Allora cancello e ricomincio. Una volta e un'altra ancora. La verità è forse che ci sono troppe cose da dire e io non so da dove cominciare. Perché vorrei sapere, vorrei capire prima di scrivere qualcosa. E al momento ci sono troppe cose che non so, tante altre che non potrò mai sapere. È proprio vero quello che diceva un antico proverbio: un uomo è prigioniero delle proprie parole e padrone dei propri silenzi. È proprio così che sento le parole che cerco di scrivere: come catene che bloccano quello che sento e penso. Questi nove infiniti mesi. Infiniti per me che li ho trascorsi in una sorta di dimensione parallela dove il mondo che conoscevo è sfumato e le certezze che avevo non servivano più. Infiniti anche per chi non sapeva di quel mio mondo parallelo: tutti voi che mi avete pensata, appoggiata nella distanza e che mai avete lasciato soli i miei cari. Questi infiniti mesi. Ineffabile è la parola che più si avvicina a quello che sono stati e sono. Con che parole descrivervi il mio mondo dall'altra parte del deserto? E viceversa, che parole potrebbero farmi capire cosa nel frattempo è successo qui? Nessuna, forse. L'assenza era di certo il grande protagonista di questa vicenda, qui e nel deserto: laggiù con noi, non c'eravate e noi, non eravamo qui con voi. Tutte quelle parole, quei pensieri, quegli sforzi, quelle preghiere, le marce, le corse, le lettere, le poesie, gli striscioni, i messaggi da questa parte del mare; così come tutte le nostre parole, i nostri sogni, le speranze, i ricordi, le immagini ed i discorsi, laggiù nel deserto, avevano il sapore acre dell'impotenza, della nostalgia, dell'ingiustizia, della speranza. Sono parole che non si possono rivitalizzare adesso che, finalmente, ci siamo riuniti, adesso che quell'assenza è stata colmata: per noi che vi abbiamo riabbracciati e per voi che ci avete ritrovati. Quel che so, è che nelle mie notti sotto le stelle, quando guardavo il cielo pensando a casa, non immaginavo che tante persone ci aspettassero e pensassero a noi. Al nostro ritorno, quando ho visto e sentito quell'immenso abbraccio, ho toccato con mano che si può e si deve aver fiducia nell'uomo, nonostante tutto. Perché sono ancora tantissime le persone che si indignano per le ingiustizie, che siano piccole o grandi, che siano a casa nostra o altrove. Anche se la giustizia si è spesso dimostrata una parola vuota, sono persone che non lasciano perdere, che non si voltano dall'altra parte. A tutta questa umanità integra che quotidianamente affronta a testa alta la vita, per sé, per i propri figli e per gli altri, qui a fianco a tutti voi e laggiù lontano dai vostri occhi, voglio dire grazie. Voglio dire grazie alla mia Sardegna, isola che non mi ha dimenticato e che non ho mai dimenticato. Grazie a tutti i fratelli sardi, italiani, saharawi, algerini, spagnoli, latinoamericani, tutti: grazie per i vostri pensieri per me, per le energie positive, per la vicinanza, per le vostre lacrime e i vostri sorrisi, per le vostre azioni e reazioni... Grazie.
Un grazie diverso ad Ainhoa ed Enric, insostituibili compagni di vita nei nostri deserti.
Grazie anche a chi ha pregato per me: nelle chiese, nelle moschee, in solitudine e in compagnia, in silenzio o con i canti, con preghiere e con pensieri, nel proprio letto e nella propria tenda, in casa o sotto le stelle. Grazie anche a chi ha provato a pregare, grazie a chi ha imparato.
Vorrei ringraziarvi tutti, uno per uno: persone, associazioni, istituzioni, comuni, squadre, gruppi, famiglie, classi, enti, corpi, assemblee, paesi, cooperative, tutti. Grazie a tutte le persone che mi hanno pensato in questi mesi, quelle che la vita mi ha fatto incrociare, quelle che non ho avuto la fortuna di conoscere, quelle che da sempre camminano con me. Adesso che sono ritornata, non posso non pensare a chi non tornerà più e a chi ancora non è ritornato a casa come Giovanni, Serge, Daniel, Abdelkader, Tahar, Blanca, Montserrat... e tanti altri sequestrati, in Mali e in tutto il mondo. Anche ad aspettare loro siamo in tanti, preoccupati ma fiduciosi. Vorrei che anche le loro famiglie si sentissero accompagnate come lo si è sentita la mia.
Adesso che sono ritornata, non posso non ripensare ai popoli ma anche alle singole persone che per troppo tempo hanno sofferto sole e in silenzio, in attesa di giustizia, qui e ovunque. Persone, popoli come i rifugiati saharawi con cui lavoravo che da 37 anni aspettano pacificamente giustizia nascendo, crescendo, morendo in mezzo a una terra ingrata e non loro. Persone, popoli, come noi. A tutti loro va il mio pensiero". 
Samugheo, 12 Novembre 2012

giovedì 20 settembre 2012

21 settembre: una meditazione collettiva nella giornata internazionale per la pace

Domani, 21 settembre, concerti in tutto il mondo nel nome della pace; e per la pace migliaia di persone si concentreranno, a diverse latitudini, per un'intensa meditazione collettiva. Puoi unirti, se vuoi. Be the peace.

lunedì 10 settembre 2012

Tutta l'energia per il mondo dal vento: dipende solo da noi

Una scienziata, Kate Marvel, ci dimostra, con la ricerca che trovate a questo link, e gli approfondimenti che trovate qui, che sarebbe possibile eliminare tutte le pericolose e inquinanti fonti come petrolio e energia atomica (e le guerre collegate), per attingere tutto il fabbisogno di energia del Pianeta semplicemente dal vento. 
Per ottenere risultati stupefacenti la ricerca indica le turbine eoliche che sfruttano le brezze in alta quota come le più efficienti. Dimostra infatti che, già con i venti di superficie, sarebbe possibile generare una potenza pari a ben 20 volte il fabbisogno terrestre! Ma con quelli di alta quota si potrebbe superare il fabbisogno attuale addirittura oltre 100 volte.
Lo dicono i fatti: secondo i dati attuali, sul pianeta il fabbisogno energetico è quantificabile in 18 terawatt di potenza; i modelli matematici di questa ricerca (prendendo in considerazione le limitazioni geofisiche, e non fattori tecnici o economici) hanno stabilito che i venti di superficie possono generare sino a 400 terawatt di energia, mentre dai venti in tutta l'atmosfera si potrebbero ottenere ben 1800 terawatt.
La fattibilità sul piano geofisico sarebbe dunque garantita; sul piano tecnico, però, le pale dovrebbero avere una distribuzione su ampia scala e il più possibile uniforme (cioè non concentrata in poche regioni).
Ecco che (come al solito) le soluzioni più efficienti e davvero risolutive, per essere applicate, richiederebbero la famosa volontà politica che discende dall’avere a cuore il bene comune, e dal sapere collaborare per ottenerlo.
Qualcosa che i nostri governanti (da una parte all’altra del pianeta) dimostrano di avere? No, naturalmente.
Ed è una buona ragione per arrenderci? Naturalmente no. 
Tutto può cambiare; ma dobbiamo cambiare mentalità. Tocca a noi svegliarci! Tocca a noi esigere!
Come mai nessun candidato mette in primo piano la stretta relazione che c’è fra il disastro ambientale e quello economico, e al centro del suo programma il problema di come affrontarla? 
Perché noi pensiamo sempre che tanto, “non c’è niente da fare”. Ma non è vero: tocca a noi, esigere.


mercoledì 5 settembre 2012

Fermiamo il suicidio collettivo. Ci serve un nuovo movimento!

Sono arrivata a una conclusione ovvia, ma che è ancora più stupefacente in quanto ovvia: il mondo non solo va velocemente verso la distruzione, ma questo fatto ci viene accuratamente nascosto. Noi crediamo di essere al corrente, ma non ne sappiamo davvero quasi niente. Come possiamo scegliere i nostri politici se non siamo informati su quali siano le reali priorità per il pianeta e per ciascuno di noi? A cosa ci servirà "salvare l'economia" (anche ammesso che si possa bere l'assurdità che le strategie attuali possano farlo), se a breve non avremo nemmeno abbastanza cibo, e terra e acqua per sopravvivere? Ora anche gli scienziati più scettici, che per anni hanno combattuto l'idea del riscaldamento globale come "balla allarmistica", si stanno seriamente spaventando. Di fronte a certe notizie (qui solo una a titolo d'esempio, ma sono miriadi, e su tutti i fronti) i nostri governanti dovrebbero sobbalzare sulla sedia e - invece di combattersi l'un l'altro come galline che si azzuffano per niente, consultarsi per correre urgentemente ai ripari. Ma non lo fanno, e si guardano bene dal tenerci informati: altrimenti sarebbe automatico ribellarci tutti come un sol uomo ed esigere un cambio di rotta totale. Invece - sempre per dirne una, una sola - il nostro Ministro Passera cosa fa? dichiara che il futuro dell'Italia è nel petrolio. E i nostri governi come sempre, invece di occuparsi dell'umanità di cui sono responsabili, si preoccupano solo di astratti "soldi" in combutta con affaristi irresponsabili. Tutto normale, d'accordo. Niente di nuovo. Vero. Ma allora, se lo sappiamo, perché continuiamo ad accettarlo? perché non si può fare altro? Perché non troviamo risposte alla domanda "CHE FARE"?
Non credete che cercare dei "bravi candidati" fra i partiti che da sempre sono complici di tutto questo, sia un nonsense? Non dovremmo invece lavorare tutti, seriamente e decisamente, a un modo veramente nuovo di far politica? Bene, molti diranno che questa è ingenuità e follia; io invece sono fra quelli che credono sia ingenua follia andare avanti a seguire uno schema fallimentare come abbiamo sempre fatto. Ci serve un nuovo movimento. Nuovo anche rispetto a chi si propone come tale, ma che della politica distruttiva mantiene i toni e una relazione pericolosa con il conflitto come fosse un valore, quando invece è precisamente il costante ricorso al conflitto quel tilt che impegna gli esseri umani a combattersi costantemente, gli uni contro gli altri, come cellule cancerose in un organismo stremato. 
Forse le donne.. donne come queste! forse dalle donne qualcosa di veramente nuovo potrebbe nascere. E' il mio mantra, mi spiace, non riesco a pensare ad altri "soggetti collettivi" in grado di farsi carico di un'iniziativa così grande.

Di seguito la traduzione dell'articolo di Richard A. Muller (eminente scienziato fino a poco fa fiero oppositore degli "allarmismi" sul riscaldamento globale) apparso sul New York Times il 28 luglio scorso: e ora fondatore del progetto "Berkeley Earth Surface Temperature".

sabato 21 luglio 2012

Con la rete delle reti femminili per il cambio di paradigma!

In ritardo esattamente di un mese (... è comparsa on line il 21 giugno!) desidero festeggiare anch'io l'arrivo della rete delle reti femminili, la cui nascita ho seguito con molto affetto, in questi mesi. Se passate di qui, vi consiglio di andare a visitare il sito.
Da parte mia, vorrei sottoscrivere pubblicamente tutto, ma proprio tutto il "Manifesto" che esprime la visione filosofica e politica che anima le donne della rete; e di cui riporto qui solo alcuni stralci:
Per i nostri diritti, e per il bene di tutti, è il momento di unirci, cercando l’amicizia e il sostegno degli uomini che non sentono il bisogno di schiacciare le donne, per tentare un cambio di paradigma. La guerra, la povertà e la distruzione ambientale non sono ineluttabili. Ma ciò che perpetua la distruzione come costante ininterrotta della storia umana si fonda su profonde radici:
• la crudeltà nell’educazione dei bambini,
• il nazionalismo, il razzismo e il fanatismo che fomentano l’odio fra i popoli,
• la visione predatoria nei confronti della natura e degli animali,
• la divisione dell’umanità in due categorie contrapposte, una delle quali (noi, le donne!) viene rappresentata come una sorta di sottocategoria della prima.
Si tratta di retaggi non casuali, che fondano ogni soluzione dei problemi sulla violenza e sulla sopraffazione: e, facendo questo, alimentano la divisione fra gli esseri umani e ogni genere di conflitti, là dove l’odio (anche quando sembra opporsi ai più forti!) rafforza e perpetua il dominio dei pochi sui molti, e il loro profitto.
Noi siamo un solo organismo: elementi solo apparentemente separati. Considerare accettabile la guerra fra popoli non è meno assurdo che considerare utile, in un organismo umano, la guerra del fegato contro i polmoni, o dei reni contro il cuore.
E, in particolare, il conflitto indotto fra i sessi è la più micidiale fra le armi delle dittature, perché porta la guerra alla base stessa della convivenza umana, al cuore degli affetti, minando all’origine ogni capacità di sentirsi uno.
Questo giova al meccanismo del profitto privato ai danni della comunità, eternamente sostenuto da un'ingiustizia sociale che si fonda su oligarchie, sistemi iniqui, affari sporchi, poteri mafiosi, informazione non veritiera, propagande e dittature. (...) sostenere la condizione delle donne è anche il modo più efficace di sostenere l’intera l’umanità e di condurla a comprendere che siamo UNO: un solo organismo che deve espellere da sé i parassiti e il loro dettato predatorio. E questa è precisamente la ragione per cui la parità fra i sessi viene ferocemente combattuta. 
(...) la possibilità di un riscatto è in grandissima parte in mano alle donne, e agli uomini che credono nella parità di genere. E' quest'alleanza che potrà davvero condurre al cambio di paradigma di cui abbiamo bisogno... ed è (anche) per dare un contributo in questa direzione che nasce questa rete.
E poi, dalla "Mission": Speriamo con ciò di contribuire ad accelerare il processo di formazione di quel cervello collettivo del pensiero femminile che (ne siamo certe!) tanto può fare per l’umanità, e che finalmente la rete ci consente di creare.
Bè.. mi emoziona vedere che il Manifesto include un riferimento importante al concetto del "cervello collettivo" che mi sta tanto a cuore. Ringrazio di questo la rete delle reti a cui mi iscriverò e cercherò di collaborare; e invito tutt* a fare altrettanto. Spero di vedere che saranno tanti anche gli uomini che decideranno di partecipare!



Le immagini con le figurine quadrate illustrano alcuni degli avatar proposti per i profili di chi si iscrive al portale della rete delle reti.

venerdì 25 maggio 2012

Come creare questa trasformazione di pensiero, e dunque politica?


Si dice già che NON è vero, ma se lo fosse? e se.. ancora non lo fosse, ma decidessimo NOI, di farlo diventare vero? se lo facessimo diventare vero con la nostra volontà e la nostra immaginazione? Eccola, l'agognata, "nuova politica": nonviolenza, fronte comune dei molti contro l'estromissione dalle scelte da parte di oligarchie, ricerca di soluzioni vere.
Poliziotti che marciano con 20mila manifestanti, volti scoperti, caschi sotto braccio, manganelli nella fondina. È la foto di Michael Probst alla manifestazione di Francoforte di sabato scorso (contro la BCE e il sostegno alla finanza, vista come vera responsabile della crisi, e non al mondo dell’economia reale), di cui si è parlato molto sul web, poco in tv. Ora emergono i dubbi sul web: sembra davvero strano che polizia e movimenti come Blockcupy possano manifestare insieme, inoltre si era parlato anche di cariche e di fermati! Ma se fosse vero? e se non lo è ancora... se lo facessimo diventare vero? gli aborigeni australiani dicono che sognare produce la realtà! è l'intensità dei nostri desideri, il credere nelle cose, che dà loro forma. E questa si, è una scena davvero 'rivoluzionaria': questi si, sono segni di una svolta, di quello che abbiamo bisogno.

lunedì 30 aprile 2012

Quante persone conosci con la sclerosi multipla?

Forse nessuna. Ma conosci senz'altro molte persone che soffrono, per malattie fisiche o morali... Fermati un attimo, allora. Guarda questi 2 brevi video. Da qui potresti rivoluzionare tutta la tua vita, e magari quella di altri e, dunque, del mondo; siamo fatti di ciò che mangiamo, dopotutto; e ciò che mangiamo cambia la faccia del mondo in cui viviamo: alla fonte (per come condiziona l'industria alimentare) e a causa di miriadi di conseguenze in tutte le direzioni. L'ignoranza è la causa di tutti i mali, dice il Buddhismo. Cosa ti costa saperne di più?




venerdì 27 aprile 2012

Vanessa, la numero 50

Se faccio l'amore con te, e mi sfugge il nome di un altro... la sola cosa che puoi fare è pensare che forse non mi hai amato abbastanza: chiederti come amarmi meglio e di più, per farti amare di più.
Voi, che spezzate le ossa alle donne che non vi ubbidiscono, voi che ammazzate quelle da cui non sapete farvi amare: siete come pugni che cercano di stringere l'acqua.
Per questo, siete impotenti. E più stringete e più lo diventate. 
Non c'è niente da fare - niente. Tranne cambiare.


giovedì 26 aprile 2012

A proposito delle donne partigiane


In occasione della Festa del 25 aprile, non si può non dedicare un pensiero (anche) alle donne della Resistenza. In questi ultimi anni si ha l'impressione che la Festa della Liberazione assuma un significato che va ben oltre il ricordo e la commemorazione, per diventare sempre più una festa di riscatto: appare chiaro infatti che la libertà e la democrazia non sono conquiste "per sempre". E' quindi necessario battersi per il loro mantenimento e per la loro estensione a tutti.
Le donne ebbero un ruolo attivo nella resistenza partigiana, al fianco dei loro compagni uomini. In un'epoca in cui ancora non avevano i diritti oggi riconosciuti, fecero le stesse scelte coraggiose e pericolose degli uomini, e in più si sobbarcarono anche del fardello della rivendicazione di genere.
Ma nonostante ciò (come avviene ora in tutte le "primavere arabe"!), a Liberazione avvenuta, gran parte degli uomini decise di rinchiudere nuovamente in casa le donne. Per esempio, Tersillia Fenoglio non poté neanche partecipare alla grande sfilata delle forze della Resistenza a Torino. La partigiana Maria Rovano, quando nell'estate del 1945 chiese spiegazione dei gradi riconosciuti soltanto ad altri, si sentì rispondere da un compagno di lotta: "Ma tu sei una donna!". Nelia Benissone, dopo aver addestrato gappisti e sappisti, e dopo essere stata nel 1945 responsabile militare del suo settore, venne riconosciuta dalla commissione regionale solo come "soldato semplice". Questi eventi fanno riflettere sul fatto che ogni liberazione senza il riconoscimento del reale valore della donna (cioè del 50% della popolazione) è una liberazione mutilata e limitata, e che quindi siamo di fatto ancora lontani da una "liberazione" reale. Il compito della nostra generazione non può che essere quello di portare avanti il processo di liberazione, in tutti i sensi, a cui queste donne partigiane diedero impulso molti anni fa: con metodi e obiettivi diversi, certamente, ma con la stessa forza e determinazione.


domenica 22 aprile 2012

Giornata mondiale della terra: la dedico alle donne che osano sfidare la Monsanto

Oggi è una data importanteè la Giornata Mondiale della Terra. E io la dedico alle donne coraggiose che hanno osato sfidare la Monsanto. Abbiamo tantissimo da imparare da quello che hanno fatto (e che stanno facendo) queste donne, e la prima cosa è: tutto dipende (anche) da noi, sempre; ognuno di noi è importante. Non dimentichiamolo mai: ognuno di noi cambia il mondo per sempre.


sabato 21 aprile 2012

No alla violenza sulle donne: brainstorming in rete

Dal 16 al 29 aprile Aied ha lanciato un confronto in rete, un vero e proprio "brainstorming", su un tragico tema, su cui davvero abbiamo bisogno di una rivoluzione del pensiero. E' la violenza su e contro le donne: tendiamo sempre a rimuoverne i veri significati, se è vero che (come è vero!) che una donna viene assassinata ogni 2 massimo 3 giorni, e non solo in Italia, ma in tutta Europa. E da chi? sempre da un "maschio della famiglia": il marito, il padre, un fidanzato, un amante.. Dunque non è un problema che si può considerare "sporadico". Le statistiche dicono che si tratta di una malattia sociale. Parlarne, capire di più, è il primo passo obbligato, la strada per uscirne. Partecipiamo all'iniziativa Aied.

lunedì 16 aprile 2012

16 aprile. A fianco dei bambini! La legge migliora, ma cresce la mafia: tocca a noi agire

Diciotto anni sono passati! Se il racket non l’avesse ucciso, siamo certi che ad oggi Iqbal avrebbe cambiato molto, in questo nostro mondo, e sarebbe una speranza per tutta l’umanità: un intelligente giovane uomo di 30 anni.Invece fu ucciso a soli 12 anni, nel 1995, perché ancora così piccolo era già simbolo internazionale nella lotta contro il lavoro minorile: una lotta stroncata, con quell’assassinio. Da allora il 16 aprile è Giornata Mondiale contro lo sfruttamento minorile: ma quanto se ne parla? Chi se ne ricorda? sono centinaia di milioni i bambini vittime dell' "economia informale", priva dei requisiti più elementari di sicurezza e che per retribuzioni miserabili li rende schiavi, dai 4-5 anno in su,
nelle fabbriche di mezzo mondo. E non si tratta solo delle classiche botteghe di tappeti, ma di fabbriche locali che alimentano tutti i settori manifatturieri e di abbigliamento, di cui si avvalgono anche le più note multinazionali, oppure quelle dell’agricoltura, dalle grandi piantagioni all’industria alimentare.
Il lavoro minorile è diffuso ovunque, anche se in diversa misura e caratteristiche: l'Africa sub-sahariana ha la più alta percentuale, seguita da Asia, Medio Oriente e Nord Africa; e poi Asia-Pacifico, America Latina e Caraibi.
Sono i paesi sviluppati e le economie in transizione, dove le leggi sono maggiormente rispettate, che hanno in assoluto il minor numero di bambini al lavoro: qui però i bambini vengono sfruttati senza remore in un settore che ne danneggia l’anima, quello della pubblicità e dello spettacolo.
Le leggi migliorano, ma come mai tutti questi problemi peggiorano? Dalla morte di Iqbal i numeri della schiavitù infantile sono costantemente cresciuti, e ora si è fatto poderoso, e continua a crescere, anche il commercio di bambini schiavi a scopo sessuale.
Tocca a noi agire: è l’opinione pubblica, e la coscienza individuale di milioni di persone, la sola forza capace di fare sufficiente pressione contro certe tragedie.
Vediamo i progressi legislativi, nel mondo e in Italia:
1919. Convenzione sull'età minima stilata dalla Conferenza internazionale del Lavoro: è il primo tentativo di arginare lo sfruttamento minorile
1924. Convenzione di Ginevra o Dichiarazione dei diritti del bambino: adottata dalla quinta Assemblea Generale della Società delle Nazioni
1989. Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia: approvata dall'ONU. Si stabilisce che i bambini hanno il diritto "di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso".
1991. Legge 176 del 27 maggio: l'Italia ratifica il testo della Convenzione sui diritti del Fanciullo approvato dall'ONU nel 1989
1998. Carta di Impegni: sottoscritta dai sindacati, organizzazioni datoriali e Governo di centro-sinistra, rappresentava un importante passo avanti nella lotta allo sfruttamento minorile in Italia.
Peccato sia stata abbandonata e disattesa sia da parte dei Governi sia delle impres. Il programma dell'Unione prevede, oltre che l'istituzione di un Garante per l'infanzia e l'adolescenza, un Osservatorio nazionale sulla dispersione scolastica e sul lavoro minorile.
L’Italia ha il Garante dal 2011: ma cosa fa?
Da: Petizione per mettere fuori legge i concorsi per bambini
la nota Combatti per i bambini! Le leggi migliorano, ma crescono le mafie: tocca a noi agire

sabato 24 marzo 2012

Acqua

Il 22 marzo 2012 è stata la ventesima Giornata Mondiale dell’Acqua: ricorrenza istituita dall’Onu nel 1992 allo scopo di focalizzare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla preziosità di un elemento indispensabile alla vita, diritto inalienabile in teoria. In pratica: negato a moltissimi.
L’associazione UNWATER cerca di sensibilizzare il mondo intero riguardo alla necessità sempre più urgente di attuare una vera politica del risparmio e del rispetto verso questo elemento. Bisogna rispettare l'acqua, perché senza di essa siamo morti. Bisogna risparmiarla e tenerla pulita, perché tanti ne sono privi. 
E io aggiungo: ringraziate l'acqua ogni giorno, chiedetele scusa, abbiatene cura. Amatela: come fosse un essere vivente che vi ama e dona tutto per voi. 
Perché è esattamente questo, l'acqua.

lunedì 19 marzo 2012

Love you, dad


Per il mio papà, per tutti i papà, per quelli che non sono ancora diventati papà, ma lo diventeranno, e per tutti i loro bambini.

mercoledì 29 febbraio 2012

#freerossellaurru

Liberate Rossella: una sola frase, ormai come un sussurro che ovunque vola nel vento.

Vai al sito per la liberazione immediata di Rossella, aperto dai suoi famigliari.

lunedì 20 febbraio 2012

Un appello a tutte le blogger professionali

E chi ci sente a noi? nessuno, noi ci sentiamo solo fra noi, e ci sentono quelli che ci vogliono sentire: quelli che senza nemmeno saperlo ci vengono a cercare, ci leggono perché cascano su quel tema, su quell'altro.. non certo perché siamo opinioniste.. e tanto meno riconosciute da qualcuno, e tantomeno di tendenza... l'unica cosa che si tende, qui, è l'elastico del nostro tempo speso gratis.
Noi siamo le BLOGGER OSCURE: le tantissime che fanno uno straordinario lavoro sulla rete (ma sui giornali hanno pochissima voce), quelle a cui si rivolge una blogger di punta, opinionista riconosciuta. Ma forse.. anche se titola "a tutte le blogger italiane", un dubbio ci viene: forse non era a NOI che pensava davvero, ma solo alle Zanardo, alle Lipperini. alle 27esima Ora.. e basta?
Chissà.. trovo QUI L'APPELLO di Gioia alle Zanardo e alle Lipperini, io il suo lieve bzzbzbzz lo sento sempre, e penso che ha ragione. Chi ha orecchie per intendere intende; e noi fra di noi le abbiamo. E allora, non solo lo vorrei rilanciare ma mi monto anche la testa: lo estendo a tutte le blogger professionali. Penso.. alle Zanardo, alle Lipperini, alla Cosenza, alle 27esima Ora, e alla Terragni in primis: care amiche, voi siete già ascoltate e affermate; voi siete pagate per fare questo lavoro, o in qualche modo ripagate; voi vi battete per le donne e noi guardiamo a voi come le nostre voci. Per favore, non deludeteteci. SOSTENETE QUESTA RETE, è questo il modo di sostenere le più piccole, di "dare voce alle donne". Voi la voce l'avete già, siamo noi che non l'abbiamo. Invece di invocare una "rete fra donne che ancora non esiste", fate spazio a questa, che ormai è nata: come erba che buca l'asfalto è lì, e si vede. Basterebbe un solo post di sostegno,  a questo progetto aperto a tutte, in ognuno dei vostri blog; offrire questo gesto, e accogliere l'invito a portare, anche voi, un piccolo contributo a quel meraviglioso laboratorio.. Questo basterebbe per farla volare, questa rete per tutte. 


Naturalmente..  di essere sentite magari ci speriamo... ma NON ci contiamo.
Si fa così per fare, certe cose non si fanno per il frutto, ma perché è giusto farle.

martedì 14 febbraio 2012

Ferruccio Miraglia: quando una rivoluzione del pensiero diventa realtà

In questi giorni, piano piano, dopo una operosa, lunghissima vita.. se ne è andato il professor Ferruccio Miraglia. Non importa se non avete mai sentito il suo nome.. sappiate solo che voi donne, se siete state accompagnate a partorire affettuosamente e in modo non medicalizzato, di questo siete debitrici a lui. Se vi hanno preparato al parto infondendovi fiducia nella vostra capacità naturale di sostenerlo, dandovi gli strumenti per affrontarlo nel modo più sereno, se avete imparato in gravidanza cos'è il training autogeno.... e se voi uomini avete potuto assistere, confortare la vostra compagna e condividere con lei quel momento irripetibile: tutto questo, lo dovete (lo dobbiamo) anche (soprattutto) a lui. 
Perché pensare a lui mi fa pensare a una "rivoluzione del pensiero" realizzata? perché il suo lavoro, insieme a quello degli altri che con lui difesero il concetto del parto naturale in tutto il mondo, ha sottratto l'evento del parto alla medicalizzazione che negli anni Sessanta tendeva ad alienare la donna, sottoponendola a inutili overdose di farmaci e parti cesarei.
Lui fu il pioniere che introdusse in Italia, inizialmente, il metodo Lamaze e sviluppò successivamente la metodica del RAT training; lui, comprendendo la profonda importanza dell'evento del parto anche sul piano esistenziale, da medico lasciò spazio agli psicologi: tutti ricordano le "sue" psicologhe, che entravano anche in sala parto; fu lui che da Primario all'Ospedale di Vimercate diede avvio alla psicoprofilassi e dal 1972 le diede forma definitiva, a Milano, nel mitico reparto del Buzzi. Qui creò una vera scuola e i suoi allievi di allora continuano ad applicare le sue regole nelle divisioni di maternità che dirigono negli ospedali di Milano, Lecco, Vimercate, Carate Brianza, Prato... E infatti, proprio grazie al suo lavoro, è nata e oggi ancora opera la Società italiana di Psicoprofilassi.
Questa sua bella foto è dell'anno scorso: aveva quasi 99 anni e ancora lavorava.
E, ora che se ne è andato, lo voglio ricordare con tutto l'affetto che merita da noi donne. Ma attenzione: la rivoluzione del pensiero va fatta ogni giorno.. lo sapete che è in vertiginoso aumento il ricorso al parto cesareo? eppure il parto cela in sè l'esperienza esistenziale che vi può cambiare nell'intimo anche attraverso l'accettazione del suo traumatico travaglio: visto non certo nell'aspetto punitivo! ma iniziatico.  
...A tutte le donne dico: DIFFIDATE da chi vi magnifica le promesse velenose di parti "indolori" a suon di farmaci, di presunti pregi del cesareo e perfino.. infine..di pillole che vi faranno "vivere meglio" facendovi sparire le mestruazioni



Questo è l'ultimo libro che il prof. Miraglia ci ha lasciato.. e QUI ne trovate un'anteprima in digitale.

venerdì 3 febbraio 2012

Nasce la RETE DELLE RETI FEMMINILI

Silenzio. Il web sta partorendo.
Dopo una lunga gestazione, che tramava nel buio come carne e sangue che si addensano non visti, sta venendo alla luce una creatura che era nell’ “aria” da tempo.. ve ne siete accorti?
Una creatura messa al mondo dallo sforzo congiunto del pensiero femminile, ma non solo: anche dall’aiuto degli uomini solidali con il genere femminile, e in grado di stare al fianco delle donne perché capaci di collaborare con loro senza sentirsi minacciati né sminuiti… 
il bambino, che si chiamerà la RETE DELLE RETI FEMMINILI, sta mandando DA QUI i suoi primi, teneri vagiti... servono mamme, tate, sorelle, collaboratori e sostenitori di ogni natura. Chi si offre?


La Rete delle reti intende essere un nuovo strumento COLLETTIVO per fare RETE FRA DONNE. E' suo scopo immediato e concreto mettere a disposizione di tutte un CONTENITORE TRASVERSALE e INTERATTIVO volto ad accelerare il processo di formazione del "cervello collettivo" del pensiero femminile.
Il metodo guida sarà dunque esplicitare e valorizzare i contributi di tutte, in modo di rendere più semplice, per tutte, entrare in relazione, scambiare pensieri e sostenersi più fattivamente le une con le altre.
L'obiettivo PRIMARIO di questo progetto è infatti valorizzare e connettere il pensiero femminile, che è ovunque in pieno risveglio, per sostenere l'identità femminile e potenziarne l'azione nel mondo. 
La sfida è anche che, nel tempo, una simile "rete delle reti" sappia estendere le proprie connessioni in modo da non limitarsi alla realtà italiana ma di "internazionalizzarsi" stimolando lo scambio delle esperienze.

Ma.. come ci piace questa cosa del "cervello collettivo del pensiero femminile"! :-))

giovedì 26 gennaio 2012

Luci d'amore: strade, piazze, davanzali

Questa sera, al calare del buio, migliaia di piccole luci si accenderanno ovunque, tenendo accesa simbolicamente la speranza che la violenza contro le donne si plachi, e mostrando concretamente anche il segno di una ferma volontà: di agire, finalmente, per spezzare la catena di un insensato dolore che si perpetua per ignoranza e paura.

LUMI AI DAVANZALI e FIACCOLATE in tutta Italia contro gli assassinii delle donne.

Secondo “Noi donne” in cinque anni (dal 2005 al 2010) sono state uccise in Italia dai “loro uomini” (mariti, spasimanti, fidanzati, fratelli) ben 650 donne. Le donne uccise nel 2010 sono state 127; 137 nel 2011, e nel 2012, nel solo mese di gennaio, il bilancio è già a 13 assassinii. E’ l’indifferenza, lo stare a guardare, considerando questi fatti “ineluttabili”, il terreno di questa follia.
E’ dire basta tutti insieme che può cambiare la mentalità strisciante che lo consente.

Oggi, tutti possono partecipare dalle proprie case: dalle h. 18 ognuno partecipi accendendo un segno di luce (una fiaccola, una candela, una torcia elettrica, una lampadina, un lumicino) sui propri davanzali.
Chi può, inoltre, partecipi alle fiaccolate che si svolgeranno in diverse città d’Italia; questi sono TUTTI gli appuntamenti nelle piazze:
• ANCONA: h. 18 in Piazza Roma
• CATANIA: h. 16,30 assemblea in aula 2, Fac. Lettere e Filosofia – Monastero Benedettini; h. 18,00 inizio fiaccolata
• FIRENZE: h. 19,30 in Piazza della Signoria
• GENOVA: h. 17,30 in largo E. Lanfranco, zona Corvetto
• LOCRI: h. 17.30 in Piazza dei Martiri  
• MASSA: h. 18 davanti al Teatro Guglielmi
• MILANO: h. 18.30 in Piazza Mercanti
• NAPOLI: h. 18,00 in via Roma - ingresso Galleria Umberto I°.
• RIMINI: h. 18 davanti alla Casa delle Donne in p.zza Cavour
• ROMA: h. 19 in Piazza SS.Apostoli
• TORINO: h. 18 Piazza Castello angolo Via Garibald

lunedì 23 gennaio 2012

Medit/AZIONE

E se DAVVERO cambiassimo la politica con la meditazione..?
proviamo a uscire dagli stereotipi, a sganciarci da quelle polverose idee preconcette che ci fanno vedere tutto come attraverso una nebbia.

domenica 22 gennaio 2012

Home. In italiano: il film intero sulla nostra Terra, da vedere in HD

Tutta la storia del nostro rapporto con la natura in un'ora e mezza.. un'ora e mezza di bellissime immagini e di cose importantissime da sapere; e alla fine: un progetto irrimandabile.

martedì 3 gennaio 2012

Bellezza del mondo

Chiudi gli occhi; sintonizzati su tutto quello che c'è di bello e di buono nel mondo; sappi, con assoluta convinzione, che intorno a noi, sempre, ci sono tutta la Bellezza e tutto il bene, così come tutto l'orrore possibile: SINTONIZZATI (si, proprio come quando alla radio cerchi la stazione che preferisci), sintonizza la tua mente sul bene e cercalo ovunque, accoglilo nella tua mente e da lì diffondilo nel mondo.
E' così che cambia ogni cosa!

Buon anno.