giovedì 26 aprile 2012

A proposito delle donne partigiane


In occasione della Festa del 25 aprile, non si può non dedicare un pensiero (anche) alle donne della Resistenza. In questi ultimi anni si ha l'impressione che la Festa della Liberazione assuma un significato che va ben oltre il ricordo e la commemorazione, per diventare sempre più una festa di riscatto: appare chiaro infatti che la libertà e la democrazia non sono conquiste "per sempre". E' quindi necessario battersi per il loro mantenimento e per la loro estensione a tutti.
Le donne ebbero un ruolo attivo nella resistenza partigiana, al fianco dei loro compagni uomini. In un'epoca in cui ancora non avevano i diritti oggi riconosciuti, fecero le stesse scelte coraggiose e pericolose degli uomini, e in più si sobbarcarono anche del fardello della rivendicazione di genere.
Ma nonostante ciò (come avviene ora in tutte le "primavere arabe"!), a Liberazione avvenuta, gran parte degli uomini decise di rinchiudere nuovamente in casa le donne. Per esempio, Tersillia Fenoglio non poté neanche partecipare alla grande sfilata delle forze della Resistenza a Torino. La partigiana Maria Rovano, quando nell'estate del 1945 chiese spiegazione dei gradi riconosciuti soltanto ad altri, si sentì rispondere da un compagno di lotta: "Ma tu sei una donna!". Nelia Benissone, dopo aver addestrato gappisti e sappisti, e dopo essere stata nel 1945 responsabile militare del suo settore, venne riconosciuta dalla commissione regionale solo come "soldato semplice". Questi eventi fanno riflettere sul fatto che ogni liberazione senza il riconoscimento del reale valore della donna (cioè del 50% della popolazione) è una liberazione mutilata e limitata, e che quindi siamo di fatto ancora lontani da una "liberazione" reale. Il compito della nostra generazione non può che essere quello di portare avanti il processo di liberazione, in tutti i sensi, a cui queste donne partigiane diedero impulso molti anni fa: con metodi e obiettivi diversi, certamente, ma con la stessa forza e determinazione.


1 commento:

  1. Siamo ancora ignoranti, nel senso che ignoriamo tante pagine della nostra storia, relegate a ricordi personali. E' più facile ricordare escort e farfalle attuali, che onorare come meriterebbe la parte femminile che ha contribuito a questo 25 Aprile in modo assolutamente determinante.
    "Ma tu sei una donna!", se posso dirlo "che stronzata": come se il sangue delle donne massacrate per la Resistenza fosse stato d'acqua per la pasta. Un "imbecille" postumo a chi ha dato quella risposta.
    Ciao.

    (Ti voglio bene, te ne vorrò ancora di più se togli il captcha. A che ti serve?).

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