martedì 14 febbraio 2012

Ferruccio Miraglia: quando una rivoluzione del pensiero diventa realtà

In questi giorni, piano piano, dopo una operosa, lunghissima vita.. se ne è andato il professor Ferruccio Miraglia. Non importa se non avete mai sentito il suo nome.. sappiate solo che voi donne, se siete state accompagnate a partorire affettuosamente e in modo non medicalizzato, di questo siete debitrici a lui. Se vi hanno preparato al parto infondendovi fiducia nella vostra capacità naturale di sostenerlo, dandovi gli strumenti per affrontarlo nel modo più sereno, se avete imparato in gravidanza cos'è il training autogeno.... e se voi uomini avete potuto assistere, confortare la vostra compagna e condividere con lei quel momento irripetibile: tutto questo, lo dovete (lo dobbiamo) anche (soprattutto) a lui. 
Perché pensare a lui mi fa pensare a una "rivoluzione del pensiero" realizzata? perché il suo lavoro, insieme a quello degli altri che con lui difesero il concetto del parto naturale in tutto il mondo, ha sottratto l'evento del parto alla medicalizzazione che negli anni Sessanta tendeva ad alienare la donna, sottoponendola a inutili overdose di farmaci e parti cesarei.
Lui fu il pioniere che introdusse in Italia, inizialmente, il metodo Lamaze e sviluppò successivamente la metodica del RAT training; lui, comprendendo la profonda importanza dell'evento del parto anche sul piano esistenziale, da medico lasciò spazio agli psicologi: tutti ricordano le "sue" psicologhe, che entravano anche in sala parto; fu lui che da Primario all'Ospedale di Vimercate diede avvio alla psicoprofilassi e dal 1972 le diede forma definitiva, a Milano, nel mitico reparto del Buzzi. Qui creò una vera scuola e i suoi allievi di allora continuano ad applicare le sue regole nelle divisioni di maternità che dirigono negli ospedali di Milano, Lecco, Vimercate, Carate Brianza, Prato... E infatti, proprio grazie al suo lavoro, è nata e oggi ancora opera la Società italiana di Psicoprofilassi.
Questa sua bella foto è dell'anno scorso: aveva quasi 99 anni e ancora lavorava.
E, ora che se ne è andato, lo voglio ricordare con tutto l'affetto che merita da noi donne. Ma attenzione: la rivoluzione del pensiero va fatta ogni giorno.. lo sapete che è in vertiginoso aumento il ricorso al parto cesareo? eppure il parto cela in sè l'esperienza esistenziale che vi può cambiare nell'intimo anche attraverso l'accettazione del suo traumatico travaglio: visto non certo nell'aspetto punitivo! ma iniziatico.  
...A tutte le donne dico: DIFFIDATE da chi vi magnifica le promesse velenose di parti "indolori" a suon di farmaci, di presunti pregi del cesareo e perfino.. infine..di pillole che vi faranno "vivere meglio" facendovi sparire le mestruazioni



Questo è l'ultimo libro che il prof. Miraglia ci ha lasciato.. e QUI ne trovate un'anteprima in digitale.

7 commenti:

  1. Grazie, da tutte le donne che hanno ancora oggi tanto da lui ma non conoscevano nemmeno il suo nome.. E' possibile che il suo nome NON sia nemmeno citato nel sito della SIPPO, la Societa' Italiana di Psicoprofilassi Ostetrica?? sicuramente, ora che se ne è andato... ora bisognerà che abbia una pagina su Wikipedia e diventerà noto anche ai profani, ma per ora su internet sono ben più noti, oggi, i suoi allievi e successori.
    Ma anche fosse rimasto per sempre nell'ombra.. la sua figura è sempre lì al fianco delle donne che si avviano alla grande avventura della gravidanza e dell'essere madri

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    1. Sarò madre é stato la Bibbia delle donne degli anni sessanta che volevano essere una nuova figura di madri, coscienti e pronte. Grazie a un uomo che ha visto le donne non solo come oggetti d'uso. Non dimentichiamolo.

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  2. abbiamo rilanciato!
    BISOGNA far conoscere questi uomini che davvero hanno amato le donne

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  3. Vi lascio un pezzo su di lui che risale ancora all'occasione dell'uscita di quel bellissimo libro sulla cultura del nascere... anche se non so più chi l'ha scritto! ma di certo può aiutare a completare questo ritratto :)

    "È difficile superare i novant'anni. È ancora più difficile superare questo traguardo con la lucidità e con lo spirito del professor Ferruccio Miraglia, il quale ha festeggiato il suo navantaduesimo compleanno pubblicando per le ed. Rubattino, il libro «Per una cultura del nascere» che riassume i punti salienti del suo lungo insegnamento.
    La firma di Ferruccio Miraglia è stata tra le prime che hanno arricchito i settimanali italiani. Per più di vent'anni ha dato consigli alle donne, predicando una sorta di "religione laica" naturale della vita e della procreazione, sostenendo in particolare la necessità di assistere il parto secondo due distinte componenti: clinica la prima, psicologica la seconda. Ancora oggi Miraglia sostiene che «l'ostetrico deve nutrire per la donna che aspetta un figlio, non solo partecipazione, ma anche affetto». Tali pensieri vengono riassunti nella triade anima-coraggio-generosità, destinata a guidare in ogni momento quella che il professore chiama «arte ostetrica», precisando che non si tratta solo di una professione. Polemicamente egli contrappone questa nobile missione alla ginecologia che definisce polemicamente «una specialità narcisistica, basata sulla tecnica, non sulla passione».
    Rimpianti? Pochi.
    Proteste? Qualcuna. Questa, ad esempio. «La società attuale rifiuta il vecchio sano. Lo riconosce e qualche volta lo aiuta soltanto se si dichiara malato. Lo ignora totalmente se lo giudica sano di mente e di corpo». Miraglia appartiene certamente a questa seconda categoria, ma la sua vitalità, come dimostra il libro appena pubblicato, non autorizza l'indifferenza altrui. «Vecchi» come lui meritano soltanto ammirazione e affetto".
    Ecco! anche su questo aveva assolutamente ragione!! e io aggiungo: meritano di essere valorizzati ancora più dei giovani proprio per l'immensa esperienza che portano in sè e sono ancora in grado di trasmettere. :)

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  4. Vorrei partecipare anch’io alle riflessioni ed esperienze che state proponendo, con la mia personale conoscenza del prof. Miraglia, poco dopo che era divenuto Primario all’Ospedale Buzzi di Milano. Già da prima aveva cominciato ad occuparsi di Psicoprofilassi Ostetrica,con i colleghi Orlandini e Micheletti, insieme al prof. Malcovati, ma questa è una parte di storia che conosco meno direttamente. Certo è che avevano cominciato a scrivere di quelle che sarebbero divenute innovazioni se non rivoluzioni, nel 1957! Idee, che sono in parte sottese al successivo motto femminista ‘Riprendiamoci il parto’. Da allora, Miraglia,divenuto Primario al Buzzi nel 1972, si dedicò con passione ed energia a far fiorire la Psicoprofilassi Ostetrica. Era un uomo di carattere, che non mollava, ed era generoso; ha portato avanti dure lotte con i colleghi (spesso troppo tecnici e scientifici, ai quali sembrava forse che la psicologia potesse annacquare la loro funzione) e con l’Amministrazione per diffondere l’idea del parto e della nascita non violenti. Sul versante della donna perché non provasse un dolore eccessivo, ma ancor più perché fosse un dolore con un ‘significato’. Sul versante del neonato per una ‘nascita senza violenza’: luce soffusa e voci sommesse ad accoglierlo. Il cordone ombelicale tagliato solo dopo che aveva smesso di pulsare, il piccolo adagiato sulla sua mamma per conoscerla e riconoscerla dall’odore e dal ritmo del battito cardiaco. Che può trovare e attaccarsi alla mammella ( che sia il termine più giusto per questo momento?) da subito. Come scriveva : donna e neonato come persone e non ‘cose’ al servizio dell’Istituzione.
    Miraglia, per il suo ruolo, ma soprattutto per il suo modo di essere, è riuscito ad applicare e ad insegnare questi concetti, con indubbia radice psicoanalitica, su larga scala, in un ospedale pubblico. Lui ha portato la psicologia e la psicoanalisi in sala parto, nel tentativo di unire corpo e mente (anima, cuore, cioè affetti ed emozioni). Era molto amico e stimava il prof. Fornari, psicoanalista molto interessato in quegli anni alle madri in gravidanza e ai loro sogni, e gli ha offerto, nel proprio ospedale, il luogo in cui fare ricerca sulla relazione madre neonato.NJ segue

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  5. E qui siamo entrate in funzione io e una collega, allora laureanda come me. (1974). Per primo, ha avuto le ‘sue psicologhe’ e da allora è partito una meravigliosa e innovativa avventura: sviluppo della psicoprofilassi ostetrica, decuplicati i corsi di preparazione al parto, formazione degli operatori in senso psicologico, “sull’aver cura di.”
    Alle puerpere, durante il ‘giro’, chiedeva ‘come l’hanno trattata?’. Incitava ogni partoriente col suo‘Brava’, e c’era un’ “evviva” per ogni nuovo arrivato.
    Primo in Italia, e da allora: mariti in sala parto, assunzione immediata della funzione paterna attraverso questo precoce momento di affiliazione, e così per il puerperio, il roaming in, l’allattamento naturale. Il parto il più possibile fisiologico, come evento, grande evento della vita della donna. Una ripresa del parto e della nascita (in Olanda si stavano riproponendo i parti in casa, e al Buzzi, si cercava di rendere il più possibile familiare l’habitat tecnico dell’ospedale.). In Regione prendeva vita anche una Commissione per la Umanizzazione dell’ospedale (!!).
    Andò in pensione a 75 anni, quasi 25 anni fa.
    Ma bisogna ricordarlo e tenere in mente il senso, non solo storico, dei suoi insegnamenti, perché senza di lui oggi non avremmo un’Ostetricia anche attenta all’umanità e naturalità del parto.
    Ha offerto un contributo significativo con il rispetto verso la donna, le sue esigenze, le sue scelte. Ho sempre apprezzato che avesse in mente che le donne devono poter scegliere consapevolmente, essere informate, divenire responsabilmente attive e partecipi, e il suo invito perentorio a porre attenzione al rischio della propaganda al parto senza dolore, l’epidurale comunque, il parto programmato (escluse notti e domeniche, mi raccomando!) fino al cesareo programmato ‘per non sentire niente’ o per poter contare sul tecnico di fiducia quasi più che su se stesse. C’è ancora tanta prevenzione, tanta preparazione da portare avanti per dare spazio alla ‘natura’ in un evento così straordinario! E credo che sia molto importante il ‘sostegno’ con cui si arriva a scegliere, per non tornare ad un modo, per niente nuovo, di medicalizzazione e passivizzazione della donna, con l’illusione della scelta. Gli sono molto grata per le cose che mi ha insegnato, e anche per quelle che si è lasciato insegnare, sempre pronto com’era a prendere e portare avanti nuove idee, con quell’entusiasmo che abbiamo condiviso per molti anni. Grazie, Professore! Nicoletta Jacobone

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  6. dedicato a te, prof. Miraglia:
    http://www.youtube.com/watch?v=-hL24ar_LSA

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